Pediatra: fino a che età rivolgersi a lui?

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Quando un bambino ha la febbre, mal di gola, quando si sente strano, quando non vuole mangiare, tutti i genitori non fanno altro che  scorrere la rubrica e chiamare il pediatra, anzi, alcuni il numero lo conoscono a memoria. Perché è il pediatra quella figura quasi amichevole, che sostiene (o almeno dovrebbe) i genitori fin dalla nascita del bambino. Il pediatra è colui che non solo cura il bambino quando sta male, ma che valuta se sta crescendo bene, che aiuta a consigliare la giusta alimentazione, insomma, è una vera e propria figura di riferimento. Ma fino a che età possono essere visitati i bambini dal pediatra?

Bambini dal pediatra, fino a che età li può visitare?

Tutti i genitori sanno che appena nasce un bambino il medico di riferimento è il pediatra, ma non tutti sanno fino a che età il bambino può essere visitato da lui. Ebbene, il pediatra può essere il medico di libera scelta del bambino fino ai 14 anni, solo in alcuni casi fino ai 16, in ogni caso fino almeno ai 6 anni. Ciò significa che compiuti i 6 anni, i genitori, per qualsiasi motivazione, possono decidere di portare il bambino dal medico di medicina generale invece che dal pediatra, come descritto sul sito del Ministero della Salute.

In realtà, se fino a 10 anni fa la fascia 7-14 che veniva assistita dal pediatra aveva una percentuale del 40%, oggi, su base nazionale, supera l’80%, sempre per la medesima fascia d’età. Questo sta a testimoniare che, rispetto a un decennio fa, diverse cose son cambiate, sia per quanto riguarda la specializzazione dei medici, sia per quanto riguarda la fiducia che i genitori ripongono nella figura del pediatra.

I genitori, secondo questi dati, mostrano di avere sempre maggiore fiducia nel pediatra. Si fidano di questa figura professionale e, quando possibile, cercano di mantenerlo fino ai 16 anni. Ma quando questo è possibile?

Pediatra fino a 16 quando si può fare

Abbiamo visto che il pediatra può essere mantenuto fino al compimento dei 14 anni del bambino, ma in alcuni casi anche fino ai 16 anni. La proroga però, sebbene il trend sia in aumento, non può essere chiesta da tutti, bensì solamente quando si verificano alcune determinate condizioni. Tra queste rientra il fatto che il bambino sia affetto da qualche malattia cronica, per esempio diabete, fibrosi cistica, asma, oppure se si tratta di un ragazzo portatore di handicap.

Ma non solo, perché rientra nelle motivazioni per poter restare dal pediatra fino ai 16 anni anche un disagio psicologico, perfino lieve, come una leggera immaturità psico-fisica, e questo spiega le numerose richieste di proroga da parte dei genitori, proroghe che, solitamente, vengono concesse.

pediatra adolescentiSi deve invece lasciare il pediatra anche prima dei 14 anni, quindi tra i 10 e i 12 se non vi è disponibilità di pediatri liberi per i nuovi nati.

I timori dei genitori quando si deve lasciare il pediatra

Ancora oggi il passaggio dal pediatra al medico di base per adulti viene vissuto come un piccolo trauma e non tanto dai ragazzi, quanto dai genitori. Sono tante le paure di questi ultimi che, magari, abituati a ricorrere alla guardia medica pediatrica, anche per una banale febbre, si trovano a doversi relazionare con le tempistiche di un medico per adulti.

Il timore principale è che questo passaggio possa essere vissuto male dal bambino, o meglio, dal ragazzino, che già si trova in un’età particolarmente complessa. Ma davvero è così problematico questo passaggio per il bambino? Dipende. Attorno ai 14-15 anni potrebbe esserci un certo imbarazzo da parte del bambino se il medico di base è di sesso opposto al suo. Se per esempio il medico di base è un maschio, una ragazzina potrebbe trovarsi in imbarazzo nel farsi visitare, e viceversa.

A questo si ovvia preparando il bambino con tempo a questo passaggio, informandolo sul medico, che se è quello di famiglia, probabilmente conoscerà già.

Il passaggio dal pediatra al medico per adulti, la documentazione

Passare dal medico pediatra a quello di medicina generale per adulti non comporta, per il genitore, l’assolvimento di alcun onere, se non appunto la scelta del medico che, solitamente, è quello di famiglia e per una questione di comodità e per una questione di fiducia.

A livello pratico però il pediatra non ha il dovere di inviare la propria cartella medica del bambino, sarà invece il genitore o i genitori a riferire al nuovo medico tutta la storia del bambino in occasione della prima visita. In realtà il medico di famiglia conosce già anche la storia medica dei genitori del ragazzino, per cui ha diversi elementi per farsi un’idea del nuovo paziente.

Come si prepara il bambino al nuovo medico

Il passaggio al nuovo medico non sempre deve essere obbligatoriamente traumatico. Intanto non è detto che il bambino abbia avuto sempre lo stesso pediatra fin dalla nascita, può essere che ne abbia cambiato uno o più di uno, quindi non dovrebbe essere un trauma il passaggio a un altro medico. A ogni modo si dovrebbe iniziare a preparare il bambino già prima dei 14 anni all’idea che dovrà presto passare al medico dei “grandi”.

All’inizio potrebbe sentirsi comunque un po’ spaesato, a partire dalla sala d’aspetto, dove prima incontrava bambini e magari scambiava qualche momento di gioco, a una sala d’attesa dove incrocerà prevalentemente anziani, dove non ci sono giochini, libri, ma forse qualche rivista.

In realtà questi sono tutti problemi a cui si può ovviare con un po’ di pazienza da parte di mamma e papà.

Come stanno le cose in ospedale

Un altro punto di riferimento per i genitori che vivono o che si trovano nella Capitale è l’ospedale pediatrico Bambin Gesù  o la guardia medica Roma, ma in caso di ricovero come stanno le cose per quanto riguarda l’età pediatrica?

Ebbene, in questo caso, purtroppo, anche attorno ai 5 anni il bambino può non essere ricoverato in pediatria ma in un reparto per adulti, con tutti i disagi che ne conseguono, con i deficit delle camere, che non sono certo a misura di bambino, e sovente anche con una preparazione del personale non adeguata all’età pediatrica.