Può capitare di recarsi dal medico cardiologo per una visita di controllo e di sentirsi dire che “C’è un soffio al cuore”. Panico. Ecco che sopraggiungono i peggiori pensieri, le peggiori congetture e ci si trova a cercare notizie su questo famigerato soffio al cuore. In realtà non si tratta, per lo più, di un disturbo grave. Circa il 50% delle persone adulte che effettua una visita cardiologica ne soffre. Tuttavia, nonostante le rassicurazioni del medico, il paziente ha comunque dei timori. Vediamo allora cosa è il soffio al cuore, come si manifesta e quando, invece, c’è da preoccuparsi.
Soffio al cuore, cosa è e come si manifesta
Iniziamo subito col dire che il soffio al cuore non è una condizione medica che può destare preoccupazioni, se chiaramente non vi sono altri disturbi. In realtà il soffio al cuore non è nemmeno una patologia quanto una condizione.
Il termine descrive quindi una condizione, una situazione in cui il flusso del sangue messo in circolo dal cuore non è più silenzioso, ma bensì produce un rumore. Il sangue che scorre pompato dal muscolo cardiaco in una condizione di normalità è silenzioso, in termini medici si definisce flusso laminare. Se il flusso però è più turbolento, quindi non scorre più in modo silente attraverso le pareti dei condotti sanguigni, ma genera un rumore, come di aria che attraversi un pertugio, allora siamo in presenza del cosiddetto soffio al cuore.
Questo rumore si può percepire solo con il fonendoscopio e ribadiamo, non si tratta di una vera patologia sebbene il alcuni casi possa essere il segnale di un disturbo anche serio. Ma allora quando dobbiamo preoccuparci?
Sintomatologia del soffio cardiaco
Il soffio al cuore non da sintomi evidenti, infatti, come è stato detto, il modo più frequente in cui viene scoperto è durante una visita cardiologica. Tendenzialmente il soffio al cuore è benigno, da qui il nome di soffio cardiaco innocente, soprattutto in età giovane. In questo caso non vi sono, né compariranno più avanti, ulteriori sintomi, motivo per cui si potrà condurre una vita assolutamente normale, anche perché nella maggior parte dei casi in cui venga diagnosticato il soffio al cuore in giovane età, questo tende a scomparire con la crescita.
Se vi sono sintomi associati, invece, il soffio al cuore può essere sintomatico di una qualche patologia. Per esempio questo è il caso in cui si ravvisasse una certa mancanza di fiato o un aumento del battito anche a riposo. Altra sintomatologia da non sottovalutare è la pelle che diventa di colore blu, in particolar modo bisogna prestare attenzione alle periferie, quindi alle dita di mani e piedi e alle labbra. Ancora sintomi importanti sono un improvviso aumento di peso, dei dolori al torace, tosse cronica, fegato ingrossato, vertigini, svenimenti, scarsa resistenza agli sforzi.
In tutti questi casi è importante consultare il medico, se ci si trova nella Capitale il sevizio professionale e a domicilio della guardia medica Roma è sempre disponibile 24 ore su 24 tutti i giorni.
Le cause principali del soffio cardiaco
Il soffio cardiaco insorge, come abbiamo visto, quando il flusso del sangue all’interno dei vasi non è regolare ma bensì più turbolento, per dirlo in parole molto semplici. Ma cosa causa questa “turbolenza”? In realtà ci sono diverse cause, dall’insufficienza valvolare, al problema congenito, ma nella maggior parte dei casi non si tratta di problematiche importanti.
Il soffio al cuore da insufficienza valvolare è abbastanza frequente: le valvole non si aprono o chiudono nel modo naturale e regolare in modo da garantire il passaggio del sangue nella direzione corretta. Se vi è un cedimento di queste strutture, si può verificare una condizione di reflusso ematico il quale, appunto, produce un suono e viene percepito come soffio cardiaco. Tuttavia vi sono numerose alterazioni fisiologiche e anatomiche che possono essere causa di un soffio al cuore, quindi sta al medico fare una valutazione del caso e tutti gli accertamenti necessari, in genere si fa una visita con utilizzo di strumenti quale holter cardiaco.
Un caso in cui non ci si deve preoccupare è quello dovuto al prolasso della valvola mitrale, infatti non è nemmeno definito come un vero e proprio soffio cardiaco. Il prolasso conferisce alla valvola una forma rigonfia, a vela, che protrude all’interno dell’atrio. Il passaggio ematico genera un rumore quasi come un click. La valvola è incontinente con molta facilità e proprio questo può generare un soffio retrogrado che si può percepire durante l’auscultazione.
Quando non ci si deve assolutamente preoccupare
Come abbiamo visto se i soffi sono benigni non ci si deve preoccupare. Questo è il caso in cui il fenomeno venga diagnosticato in giovane età, basti pensare che nei bambini i soffi cardiaci sono molto frequenti, tra il 50-60% dei casi e si tratta per lo più di quelli che vengono chiamati soffi innocenti. Si tratta dunque di soffi fisiologici, dovuti alla struttura anatomica dove le valvole hanno un calibro ridotto rispetto alle camere cardiache per cui aumenta la velocità del flusso sanguigno che, durante il suo passaggio, genera il rumore.
Quando preoccuparsi e andare dal medico
I soffi cardiaci maligni sono causati da patologie specifiche. Se vi sono dalla nascita, quindi sono congenite, ci si dovrà tenere sotto controllo periodicamente. Una delle patologie congenite più note è la cardiomiopatia ipertrofica, disturbo con specifiche caratteristiche genetiche variabili da paziente a paziente. Nel caso di una patologia correlata, il consulto medico è sempre necessario. Saranno poi gli accertamenti a stabilire la gravità della situazione e di conseguenza le diverse soluzioni farmacologiche o chirurgiche.
Soffio al cuore e attività fisica
Una delle domande che ci si pone più di frequente, in caso di soffio al cuore, è se si possa praticare attività fisica o meno. Diciamo qui in modo molto generico che se si tratta di soffio al cuore benigno non vi sono assolutamente controindicazioni, al contrario, l’attività fisica è sempre consigliata. Non c’è motivo quindi di impedire a un bambino a cui è stato diagnosticato un soffio cardiaco di praticare sport. In caso di patologie correlate, invece, è bene parlare col medico perché comunque la sedentarietà eccessiva può portare ad altri disturbi, sarà quindi il medico a valutare se e quanta attività fisica si potrà effettuare e in quali termini.